Il mestiere del genitore è stupendo, lo sappiamo, ma può essere difficile… anche a tavola! Non tutti hanno la “fortuna” di avere bambini curiosi, che assaggiano e mangiano senza problemi e che non fanno i capricci ad ogni pasto.

Da mamma mi sono trovata più di qualche volta a confrontarmi con altri genitori e spesso li ho visti preoccupati e dispiaciuti del fatto che i propri figli fossero difficili o molto pigri nel mangiare, oppure che non fossero mai propensi ad assaggiare cose nuove.

Io stessa ho vissuto direttamente una situazione simile, sia quando ero ragazzina sia con la mia prima bambina, che in questo mi somiglia molto. Entrambe eravamo molto selettive nel cibo: mangiavamo solo alcune pietanze, senza volerne sapere di provare altro, scappavamo a gambe levate quando capivamo che si stava cucinando qualcosa di verde e ci mettevamo un secolo per finire il pasto.

Mentre per mia figlia il problema si è presentato dopo aver iniziato la mensa all’asilo, io ho dato subito del filo da torcere ai miei genitori che, giustamente, si preoccupavano della loro bimba così “difficile” con la pappa.

Mia madre mi ha raccontato che ne parlò con il pediatra, il quale le rispose una cosa che ha aiutato anche me, alle prime difficoltà alimentari con mia figlia: “Non ti preoccupare, nessun bambino davanti a un piatto pieno si lascia morire di fame”.

Il concetto era chiaro: no panico! Questo ha fatto tutta la differenza.

Piccola e doverosa premessa: se hai un bambino che rifiuta il cibo per molto tempo e senza apparente motivo, è giusto che indaghi più a fondo. Potrebbe trattarsi di un disagio che sta vivendo (un cambio importante, qualcosa che lo infastidisce e che non sa come comunicarti), oppure di una disfunzione fisica. In entrambi i casi, è più che corretto che presti la dovuta attenzione sia nel parlare con il bambino (se è abbastanza grande da poterti spiegare cosa c’è che eventualmente non va), sia, nel caso che la situazione si prolungasse, nel contattare il pediatra e sentire cosa può consigliarti conoscendo il bimbo e la sua condizione di salute.

Se però il piccolo sta bene, è possibile che si debba semplicemente trovare il modo di interagire con lui in modo diverso e cercare un punto di incontro “strategico” sul cibo.

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Vediamo quindi quali sono gli atteggiamenti da non tenere e quelli che invece possono aiutarti nel superare questo ostacolo.

Cosa non fare:

  • Regola aurea che sicuramente avrai sentito anche tu, ma che non tutti sono ben propensi ad accettare: non forzarlo a mangiare. Non solo è inutile: è anche controproducente, perché potresti ottenere un disgusto per un’attività che è necessaria e normale, ma anche piacevole e che invece, con la forzatura, faresti percepire come una punizione o una gran seccatura.
  • Non assegnare premi nel caso in cui finisca tutto ciò che c’è nel piatto. Il concetto che arriva è spesso il seguente: “Questo cibo fa talmente schifo che mi merito una ricompensa se riesco a mandarlo giù”.
  • Non ricattarlo se non finisce di mangiare. Dire al bimbo: “Se non finisci tutto non ti porto al parco” gli farà percepire, in questo caso, il cibo come una punizione.
  • Non preparargli sempre e solo i suoi piatti preferiti. So che in questo modo mangia tutto o quasi tutto, ma non farai altro che assecondare maggiormente la sua chiusura verso il resto.
  • Non offrirgli ventimila alternative. Se quello che hai preparato per pranzo è un piatto di pasta con un piccolo secondo e un contorno (già moltissimo e tra poco ti spiego perché), il bambino deve capire che si mangia ciò che c’è in tavola: può prediligere una cosa piuttosto che un’altra, ma non deve abituarsi all’idea che tanto c’è sempre qualcos’altro da cucinare.

Ecco alcuni degli errori che si fanno più frequentemente per arginare un problema come questo… ma attenzione, perché non parlo di cattivi genitori, ma solo di mamme e papà un po’ in ansia per la salute del proprio bambino e che agiscono a fin di bene ma in modo poco efficace e a volte, purtroppo, come dicevo, controproducente.

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Allora che si fa?

  • Questo è il consiglio che mi piace più di tutti: dai il buon esempio. I bambini – di tutte le età – apprendono soprattutto osservando come si comportano i loro punti di riferimento. I genitori in questo sono fondamentali: se un bimbo vede ogni giorno mamma e papà che mangiano bene, variato, senza esagerare e senza avanzare troppo nel piatto, capiranno che quello è il modo normale di interfacciarsi con il cibo e piano piano faranno altrettanto.
  • Per questo motivo è anche importante creare un ambiente piacevole: mettersi a tavola può diventare un momento di convivialità e spensieratezza, in cui figli possono rilassarsi e assecondare lo stimolo della fame senza musi lunghi o critiche.
  • Porta pazienza: se tuo figlio non vuole mangiare, rispetta la sua protesta ed eventualmente mettilo in condizione di scegliere, tra gli alimenti che gli fanno bene, quale preferisce. Con mia figlia ho iniziato così: scansava il piatto ogni volta che vedeva il verde delle verdure; così le ho proposto le carote… aveva 3 anni all’epoca, ma l’arancione le piaceva e insieme abbiamo trovato la modalità che le stava più simpatica per mangiarle (le adora crude, quindi spesso se le mangia, anche ora che sono passati diversi annetti, tagliate a stick lunghi e sottili con sale e olio a mo’ di pinzimonio). Questo è un punto di partenza per introdurre frutta, verdura e ortaggi in modo graduale e specifico per gusti ed età dei bambini.
  • Riproponi, dopo un po’ di tempo, l’alimento scartato. Se le lenticchie proprio non vanno giù, o appaiono poco appetibili per un assaggio, aspetta qualche settimana e ripresentale in modo diverso: se all’inizio le avevi cucinate con la pasta, prova in associazione a un secondo e con condimenti (adatti ovviamente all’età del bambino) differenti rispetto alla prima volta. Poi ovviamente esistono i gusti e di questo dobbiamo farcene una ragione: non è detto che debba piacere proprio tutto tutto. Quindi se noti che il rifiuto riguarda un solo cibo… beh, per ora non insistere: non credo che neanche tu gradiresti se qualcuno ti facesse mangiare sempre ciò che proprio non ti piace.
  • Se tuo figlio è pigro a mangiare, puoi optare ogni tanto per piatti unici, dove però sono presenti tutti i nutrienti utili per pasto. Ci metterà meno tempo e sapendo che c’è una sola pietanza a tavola, sarà più rilassata nel finirla.
  • Coinvolgilo nella spesa e nella cucina. I bambini apprendono moltissimo osservando, toccando, “costruendo”; quindi andare a fare la spesa insieme – quando possibile – e poi mettersi a cucinare, sporcandosi le mani e vedere realizzati i propri piatti, non solo è divertente ma stimola anche all’assaggio. Con la mia bimba più piccola ho usato questa tecnica sulle polpette di melanzane, assolutamente allontanate con faccia schifata la prima volta che gliele avevo messe nel piatto. Ora invece si diverte a impastare gli ingredienti con le mani e a creare le polpette… poi magari ci ripasso io per dargli una parvenza di rotondità; ma da quando le abbiamo preparare insieme, le mangia divertita.
  • Rispetta gli orari dei pasti e occhio agli stuzzichini. I bambini, specie i più piccoli, sono molto abitudinari; quindi prevedi 5 pasti (i 3 principali e 2 merende) più o meno sempre alla stessa ora e presta attenzione che non mangi troppi snack che, oltre a non fare sempre bene, diminuirebbero il suo appetito durante pranzo e cena.
  • Lascia scegliere la porzione. Se tuo figlio è già più grandicello, lascia che dica lui “basta” quando gli riempi il piatto. I bambini hanno un ottimo meccanismo di autoregolazione (molto più efficiente di quello di noi adulti); quindi se la sua crescita è comunque regolare (questo te lo saprà dire con certezza un pediatra, nel caso tu avessi dubbi) lasciagli la libertà di smettere di mangiare quando si sente sazio.

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Ecco, penso che già questi siano passi importantissimi che puoi integrare nell’educazione alimentare che stai dando a tuo figlio.

Ricorda che ogni bambino è diverso, ognuno ha i suoi gusti e le sue esigenze. Generare un rapporto sano con il cibo sin da piccoli, evita tante disfunzioni e abitudini alimentari dannose che molti adulti subiscono e che poi è anche più difficile da eliminare.

Accertati che riceva tutti i nutrienti necessari alla sua crescita e che sia in salute; ma rendi il pasto un momento piacevole, senza stress e semplicemente naturale.

di Angela Pollastrini