Credo che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, abbia provato quella spiacevolissima sensazione chiamata “insoddisfazione”.

Magari tu stesso la provi anche adesso, forse la tua vita procede bene e non stai attraversando grandi difficoltà, eppure in un determinato campo, non ti senti pienamente appagato di ciò che hai, o per ciò che non riesci ad ottenere.

Intanto analizziamo un fattore importante: riesci a vivere pienamente il tuo presente?

Questo è un dato fondamentale, perché molto spesso l’insoddisfazione deriva dall’abitudine di focalizzarsi o troppo sul passato, oppure troppo sul futuro.

Frasi come: “Certo, 5 anni fa stavo molto meglio…”, oppure “Fino a quando non raggiungerò questo obiettivo non potrò essere felice”, creano pensieri che offuscano letteralmente la bellezza del tuo oggi.

Di esempi te ne posso fare diversi e tutti provocano un malcontento più che umanamente giustificato, ma senza dubbio controproducente. Pensa al caso in cui tu stessi lottando da molto tempo per ottenere qualcosa che ancora non arriva – sul lavoro, o all’interno di una relazione sentimentale – e ti sentissi per questo stanco e amareggiato. Certo, sarebbe uno stato d’animo più che normale in questa circostanza; ma il rischio è quello di bloccarti, di farti prendere dai dubbi, di far vacillare ciò che credevi fosse giusto e di abbattere l’energia nelle azioni che compi ogni giorno verso quello scopo. Così si raggiunge uno stato di frustrazione, con te stesso, con l’universo, con il tuo percorso di vita, con chiunque si frapponga anche inconsapevolmente tra te e il tuo target. La conseguenza più ovvia è stare male.

Comprendo perfettamente l’importanza che possa avere un obiettivo a cui tieni; ma non dimenticare che quello è un indicatore. Il target che ti sei prefissato deve essere per te un faro verso il quale orientare le tue azioni (o parte di esse); ma devi essere pronto ad accettare un eventuale cambiamento sia di metodi, sia di visuale.

Non è detto che sia l’obiettivo ad essere sbagliato (per questo però ti consiglio un’approfondita riflessione e qui il coaching rappresenta davvero uno strumento grandioso); forse è il modo che insisti ad utilizzare per arrivarci, a dover essere rivisto.

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Ecco quindi qualche spunto di riflessione che ti sarà utile per verificare se il tuo senso di insoddisfazione possa essere ridotto o eliminato:

1. Come ti scrivevo inizialmente, concentrati sul presente: se pensi troppo al futuro e orienti tutte le tue attenzioni a “ciò che dovrà avvenire poi”, dovrai convivere con un senso diffuso di insoddisfazione per ciò che sei oggi, perché inevitabilmente senza “quella cosa futura” tu ti sentiresti incompleto. Se, al contrario, ti concentri troppo sul passato, arresti la tua crescita perché ti ritrovi impantanato nelle esperienze passate, senza accorgerti che spesso è necessario un cambiamento per progredire.

Futuro e passato dono fondamentali, purché non occupino la tua concentrazione su l’unica cosa che conta davvero, perché l’unica cosa concreta che vivi è il presente.

2. Spesso l’insoddisfazione è talmente forte che toglie lucidità, con la conseguenza di fare scelte avventate o abbandonare ciò in cui si crede, o vedere tutto grigio a discapito delle cose belle che hai e di quello che potresti ottenere con le tue capacità.

Riduci il caos mentale: prenditi un po’ di tempo per rilassare la mente e trovare equilibrio e centratura. Fai chiarezza dentro di te e domandati cos’è che ti rende tanto insoddisfatto. Ascoltati. È tutt’altro che banale; anzi direi che spesso si è talmente in balia degli eventi e dei propri stati emotivi, che ci si scorda di abbassare il rumore dei propri pensieri e riportare lucidità e armonia.

Solo in questo modo puoi avere una visuale più chiara e vera di quello che ti circonda, di ciò che veramente conta per te e di cosa devi fare per sentirti meglio.

3. Smetti di paragonarti agli altri. È importantissimo avere un modello di riferimento: una persona che ti ispiri a migliorarti; ma anche qui non bisogna eccedere. Il continuo confronto crea frustrazione perché potrai sempre vedere in qualcun altro qualcosa che tu vorresti e ancora non hai o che non puoi raggiungere. Ma attenzione perché quella stessa persona potrebbe vedere altrettanto in te. Ti voglio raccontare cosa è accaduto alla mia amica Luisa. Lei lavora da tempo in un’azienda; ha casa e figli da mantenere e quindi non può fermarsi fuori orario e a volte in ufficio è un po’ stanca o comunque non brillante come vorrebbe. Al contrario, mi raccontava che la sua giovane collega, appena assunta, sembra avere tutta l’energia del mondo: fa tardi senza problemi e finisce quindi tutti i suoi incarichi prima del tempo, riuscendo così ad ottenere tutti gli elogi e i riconoscimenti che Luisa vorrebbe per sé. Qual è la fonte di insoddisfazione per Luisa? Il paragone con la collega, senza dubbio più appagata nella sua sfera professionale. Però un giorno succede una cosa: Luisa sorprende la sua collega a fissare le fotografie sulla sua scrivania e a un tratto le dice: “Questi sono i tuoi figli? Beh, sei molto fortunata perché anche io vorrei avere una bella famiglia come la tua e invece ho solo il mio lavoro”.

Cosa succede? Succede che non puoi paragonarti a nessuno, perché ciascuno di noi potrebbe trovare qualcosa da invidiare ad un altro se proprio volesse; ma ciò che conta è quello che puoi fare tu con le conoscenze, gli strumenti e l’energia che hai a disposizione… il resto a te non cambia nulla.

4. Impara anche ad accettare. Non hai idea dell’energia che sprechi tentando di combattere qualcosa che non puoi cambiare. Esistono degli eventi, delle situazioni e ovviamente delle persone, che sono al di fuori del tuo controllo; ostinarti a sbattere la fronte contro un muro è molto più probabile che porti a romperti la testa piuttosto che ad abbattere il muro stesso. Non significa assolutamente diventare remissivi e arrendevoli in tutto; al contrario significa capire ciò che non puoi modificare e concentrare le tue azioni e i tuoi pensieri su altro. È normale ci si senta insoddisfatti se la persona che ami non ti ricambia come vorresti; ma arriva il punto, dopo tutti i tentativi che ritieni giusto fare, di lasciar andare e concentrarti piuttosto su di te. E questo vale anche sul lavoro, in famiglia, con un amico…in ogni circostanza. Imparare ad accettare è la porta che ti permette di liberarti da qualcosa contro la quale è inutile combattere e che ti porta inevitabilmente a sentirti – quanto meno – insoddisfatto.

5. Non bloccarti sulla routine. Ricorda che si libero di cambiare strada… forse occorre un po’ di tempo, ma se ti rendi conto che stai su un percorso sbagliato – per questo serva necessariamente prima la giusta e lucida riflessione – puoi attivarti per modificare le tue azioni. Se proprio quella strada fosse per te impossibile da sostituire – per ora – potresti iniziare a fare anche qualcosa di diverso. Come al solito un esempio: sei imprigionato dentro un lavoro che non ti gratifica come vorresti, però quello stipendio ti serve perché hai una famiglia da mantenere? Nessuno ti vieta di ritagliare uno spazio di tempo, che per le cose importanti si trova sempre, per specializzarti in un altro campo che magari potrebbe in futuro diventare la tua prossima occupazione. Tutto questo ovviamente senza stress, ma solo con uno spiraglio di luce in più sulla tua soddisfazione professionale.

6. Fai un elenco delle cose belle. Ti sembra una perdita di tempo? Le conosci già? Beh, fai una prova e metti nero su bianco ciò che nella tua vita ti fa stare bene. Non devi voltare le spalle ai problemi e ai miglioramenti che puoi apportare su te stesso e sulla tua esistenza, ma per favore goditi appieno quello che già hai di buono!

7. Procedi gradualmente. Poniti degli obiettivi non troppo complessi e raggiungili serenamente. Anche solo sapere di essere arrivato a fare la lista delle cose che ti eri prefissato la sera prima, rende la tua giornata più piena e appagante. Poi esiste l’obiettivo importante, quello verso cui orientarsi (purché sia nelle tue reali possibilità) e quello per il quale occorre più tempo; bene, attivati per raggiungerlo, ma nel frattempo scegli di vivere anche l’oggi con delle soddisfazioni costanti.

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Come vedi queste sono solo alcune delle cose che puoi iniziare a fare per invertire il tuo stato emotivo dall’insoddisfazione alla realizzazione di sé.

Ogni caso è a parte, quindi chiediti: “Cosa deve accadere per sentirmi soddisfatto?” “Su cosa mi devo concentrare in concreto per ottenere questa sensazione?”

Insomma, focalizzati su ciò che vuoi e non su quello che non ti piace e abbandona la lamentela a favore dell’azione positiva e centrata. È da lì che l’azione – o l’auto-azione – di coaching ti porta verso la vera realizzazione personale.

di Angela Pollastrini