Oggi affronto un argomento molto delicato con la precisa intenzione non di convincerti sulla bontà o meno del latte, ma di scoprire e valutare insieme a te, i dati che gli studi e la scienza mettono a nostra disposizione a riguardo.
Esistono diverse scuole di pensiero: da nostra mamma, o nostra nonna, che ci faceva fare ogni mattina colazione con il latte “perché ti fa crescere bene e rafforza le ossa”, fino agli studiosi di oggi che ci dicono che il latte è un alimento che andrebbe evitato, specie in età adulta, proprio perché danneggia le ossa.
Vediamo di capire che succede.
Che il latte contenga calcio e che le nostre ossa siano costituite in prevalenza da calcio è cosa risaputa; proprio questa caratteristica del latte – e dei latticini in genere – lo ha reso un alimento che veniva consigliato e annoverato tra quelli più indicati per il nostro benessere.
Oggi le cose sembrano diverse e anzi si dice – e molte sono le prove a conferma di ciò, tanto da renderlo dato scientifico – che il latte vaccino sia, per l’essere umano, poco assimilabile (sul fatto che possa essere addirittura dannoso… ci arriveremo a breve).
Perché? Come si spiega?
Dunque, intanto chiariamo che per ottenere il massimo nutrimento dal latte dovremmo berlo crudo, appena munto in pratica.
La pastorizzazione a cui viene sottoposto il latte che compriamo, è un procedimento necessario per eliminare, dal prodotto appena munto, gran parte dei microrganismi, batteri, funghi e via discorrendo che vi si trovano. Tale procedimento richiede una sorta di cottura dell’alimento, nel senso che dovrà essere riscaldato ad alte temperature, proprio per uccidere i microrganismi sensibili al calore e per allungare i suoi tempi di conservazione.
Questo tipo di trattamento termico, però, fa perdere al latte gran parte delle sue proprietà nutritive e nemmeno possiamo pensare di bere il latte direttamente dalla mucca, per così dire, perché ci sottoporremmo al rischio di contrarre diverse patologie e allergie.
Attenzione: ciò accadrebbe non perché la mucca non produca bene il suo latte, ma semplicemente perché il suo prodotto non è stato “pensato” per noi.
Il latte vaccino è per i vitellini, che hanno senza dubbio un sistema immunitario capace di contrastare i batteri nocivi presenti nel latte della loro mamma… Ma – e mi sembra di dire un’ovvietà – il loro sistema immunitario è diverso dal nostro!
Oltre a questo un vitellino, rispetto a un bambino, ha una velocità di crescita fisica notevolmente superiore: raddoppia il proprio peso dopo appena 47 giorni dalla nascita (e non 180 giorni, come un bambino) e arriva a diventare un animale che pesa almeno 500-700 kg.
Il concetto è esattamente il seguente: i cuccioli hanno un gran bisogno di latte materno, ma a ognuno la sua specie!
Non è una novità: infatti il padre della moderna pediatria, il dott. Benjiamin Spock, già nei primi anni Novanta affermava: “Fino a due anni i bambini dovrebbero essere alimentati con latte materno. Dopo i due anni, dimenticate ogni tipo di latte!”.
All’epoca era stato preso per un pazzo, oggi la posizione a riguardo è notevolmente diversa, anche e soprattutto in ambito scientifico.
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Ciò che rende il latte vaccino poco assimilabile, in particolare, è che questo crea, nel corpo umano, una gran quantità di muco e contiene inoltre altissime percentuali di caseina, elemento necessario al vitello per sviluppare peli, corna e zoccoli!
La caseina è una proteina presente in grande quantità nel latte vaccino (che ne ha tre volte di più di quanto se ne trovi nel latte materno) e per essere smaltita dal nostro organismo consuma – indovina cosa? – ecco, proprio il calcio di cui parlavamo poco fa!
Com’è noto, quasi tutto il calcio dell’organismo è contenuto nello scheletro e un bilancio negativo del calcio – una situazione cioè in cui il calcio perso è maggiore di quello integrato – ha come possibilissima conseguenza problemi come l’osteoporosi o comunque un’eccessiva fragilità nell’ossatura.
Guarda che paradosso: nelle popolazioni che consumano molto latte l’incidenza di osteoporosi è maggiore, mentre è rara nei paesi dove il latte non si beve!!
Vari studi, tra i quali l’Harvard Nurses’ Health, che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, mostrano che l’aumentato consumo di latticini è associato con un rischio di fratture più elevato.
Ecco perché le proteine del latte vaccino (che sono circa il triplo, se non di più, rispetto a quelle contenute nel latte umano), sommate a quelle provenienti da carne e pesce che normalmente consumiamo, costringono l’organismo a sottrarre calcio all’osso per poter provvedere al loro smaltimento ed ecco cosa si sta piano piano, ma in modo sempre più progressivo, negli ultimi anni, portando alla luce.
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Ritorniamo alla ben nota caseina.
Ormai la scienza si sta accordando sull’argomento: la caseina fa male.
Nel dire ciò si scatena sempre l’ira degli allevatori diretti e dell’eventuale vicino di casa che ha la fattoria; ma questa è una verità ormai scientificamente provata.
Nonostante la dipendenza alimentare non possa essere catalogata tra le droghe, è giusto sapere che la caseina (il principio attivo del latte) è una vera e propria droga per il nostro cervello. Uno studio pubblicato sul National Library of Medicine degli Stati Uniti, ha evidenziato che nel processo digestivo la caseina viene scissa in casomorfine, simili agli oppiacei, che causano immediata e potente dipendenza.
Alla luce di questo è più facile capire perché troviamo i latticini così irresistibili.
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E anche in questo caso vorrei stimolare in te una riflessione: quanti prodotti caseari assumi in media in un giorno? Le risposte fornite dai dati statistici sono impressionanti, perché mediamente ciascuno di noi abusa dei prodotti caseari senza neanche accorgersene.
Proviamo a fare un conto veloce: a colazione il cappuccino o caffè macchiato o il burro sulle fette biscottate; se scegliamo dei biscotti lo troviamo direttamente nel loro impasto. A metà mattina magari una barretta ai cereali con scaglie di cioccolata al latte. A pranzo e a cena, parmigiano sulla pasta o mozzarella in una caprese leggera o sulla pizza, poi ancora caseina nei secondi con formaggi fusi, formaggi, come ingrediente nelle insalate e ancora latte nei dolci, nelle creme… Insomma ovunque.
Ti invito ad osservare le etichette degli ingredienti dei prodotti alimentari sugli scaffali ed è incredibile accorgersi di quanti di essi presentino la dicitura “latte”. Non mi riferisco alle “tracce di latte”, ma ai latticini come ingrediente componente. Vuoi provare a immaginare da quali tipi di allevamenti arrivino queste enormi forniture casearie di cui ci imbottiscono?
Non serve farsi venire la fobia di questi alimenti; ma promuovo sempre la nutrizione consapevole, quindi rispetto al latte è corretto che tu sappia che a volte può contenere tracce di antibiotici, ormoni della crescita e antidolorifici: sostanze date al bestiame per diverse ragioni e che poi ovviamente finiscono nel loro latte. Ma rispetto al tema depurazione – a me tanto caro – ricordati, se ti piace proprio tanto il latte, di controllare almeno la provenienza e se te ne intendi, le caratteristiche organolettiche, soprattutto se si tratta di latte fresco.
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Ripeto: non ti devo convincere di nulla e non devi cambiare le tue abitudini alimentari solo perché qualcun altro te lo dice. Personalmente non ne consumo molto sia per i motivi che ti ho descritto sopra, sia per problemi di intolleranza al lattosio (che in questo articolo ho volutamente deciso di non trattare, per essere invece più specifica e darti uno spunto di riflessione sul discorso “calcio del latte/ossa” e sulla caseina), ma non posso né voglio dirti se sia giusto che tu ne beva o meno.
Prima di scegliere, ti invito sempre a ricavare tutte le informazioni importanti e valide che possano fornirti il quadro più completo possibile della situazione e poi sarai tu a valutare cosa ritieni ti faccia bene e cosa invece andrebbe ridotto o evitato.
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Ok, ma se il latte fa male, da dove prendo il calcio?
Esistono valide alternative per assimilare il calcio, che comunque – anche se non bevi latte e/o non mangi proteine derivate dalla carne – serve per il benessere delle tue ossa.
Se sei vegano – e quindi eviti alimenti contenenti calcio come pesce azzurro o gamberetti – le alternative sono ovviamente vegetali. Da questo punto di vista, tutto sotto controllo perché lo puoi trovare nella frutta secca, come noci, mandorle e nocciole e anche nei semi, come quelli di chia, di lino, o di sesamo. In più le verdure come rucola, cavoli, rape, verze, broccoli, fagioli, ne contengono anch’esse buone quantità.
Occorre però fare su quest’ultimo punto, un chiarimento doveroso.
Come mai, quando mangiamo queste verdure, non riusciamo comunque ad assimilare tutto il calcio in esse contenuto?
Anche qui ti riporto il parere di una grande ramo dei nutrizionisti che hanno studiato l’argomento: questi affermano che esistono due ragioni distinte per cui ciò accade (e quindi due soluzioni al problema).
  1. Il trattamento termico dei cibi rende inorganico il calcio in essi contenuto e minerali come calcio, ferro, magnesio ecc., sono assimilabili dal nostro organismo solo in forma organica.
  2. Il calcio dovrebbe essere abbinato a fosforo e vitamina D affinché sia ancora più “disponibile” per il corpo umano e questo vale sia per il calcio proveniente dal latte vaccino, che per quello delle piante.
Le soluzioni quindi quali sono?
a) prediligi verdure crude o estratti,
b) abbina gli alimenti che sai che ne contengono maggiormente con cibi che abbiamo anche fosforo (i cereali, il cacao amaro, le banane, le albicocche, l’avocado, i semi di zucca e i semi oleosi in generale per i vegani e il merluzzo, i tuorli d’uovo, il salmone per gli onnivori) e con le fonti di vitamina D (esposizione alle luce solare, all’olio di canapa e le uova, ad esempio).
Come vedi, sia che tu consumi latte, sia che lo eviti, hai a tua disposizione suggerimenti e idee che possono migliorare le tue abitudini alimentari e il tuo stato di salute… fidati: “fanno bene alle ossa”!