Parto con la doverosa premessa che non sono un medico e tutto quello che scrivo nei miei articoli, laddove tali argomenti possano interessare la sfera della “malattia”, non sono indicazioni terapeutiche, ma condivisioni della mia esperienza e dei miei approfondimenti – attraverso canali scientifici e fonti certe – rispetto al tema del benessere. Non ti parlerò quindi di “come curare le malattie” (per questo dovrai, se vuoi, rivolgerti al dottore), ma di aumentare il tuo livello di salute equilibrando il corpo con la mente.

È ormai ampiamente dimostrato che molti dei sintomi che ci infastidiscono fisicamente, derivino in realtà da disagi interiori, problemi che attanagliano il pensiero, questioni irrisolte che ci fanno stare male, rapporti logori e rabbiosi e così via. In pratica, ogni sintomo esprime un’emozione specifica, come se, attraverso questo, il nostro organismo ci parlasse e ci volesse far capire che qualcosa non va.

Per questo ritengo che prendere un semplice palliativo per eliminare un sintomo fisico non basti a risolvere il problema: spesso occorre andare più in profondità, fino a capire cos’è che veramente ci provoca quel “blocco mentale” che non può far altro che trovare un’esternazione tangibile sul corpo.

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Il mal di stomaco, ad esempio, è uno dei disturbi più diffusi e di più semplice lettura psicosomatica. È come se quella parte del nostro fisico assorbisse le difficoltà, i bisogni, le arrabbiature che affrontiamo malamente, o che non siamo in grado di gestire con serenità e poi le “traducesse” in un richiamo doloroso di disagio.

Beh piccola precisazione: se hai una gastrite provocata da qualcosa di tossico che ti sei mangiato, o da un farmaco che hai ingerito, è tutt’altra storia; ma se ti viene un bruciore, o dei crampi, o lentezza digestiva, o ancora gonfiore eccessivo e doloroso ogni volta che ti parli con qualcuno che non sopporti, comprenderai bene che si tratta di un segno provocato dalla mente più che dal corpo.

Su questo puoi agire direttamente tu, a volte anche più semplicemente di quanto si possa immaginare. Può accadere però che la causa reale di un disturbo, non sia chiara sin da subito e occorra un’analisi introspettiva un po’ più approfondita per comprendere cosa si dovrebbe modificare per stare meglio. Altre volte, invece, quella stessa causa è ben nota, ma non è di facile risoluzione; però già solo acquisire consapevolezza, comprendere il problema e porsi propositivamente nel trovare eventuali soluzioni (definitive o di compromesso sereno), porta con sé già parte della risoluzione di ciò che ti crea il fastidio.

Oggi ho deciso di parlare dello stomaco perché i sintomi che lo riguardano, sembrano derivare da difficoltà in un campo molto importante della vita di ciascuno di noi: quello delle relazioni (familiari, romantiche, lavorative, di amicizia…). Sono stati condotti diversi studi in cui si riscontrava che la stragrande maggioranza delle persone che non si ritenevano oggettivamente soddisfatte delle proprie relazioni, soffriva di mal di stomaco o comunque disturbi legati all’apparato digerente.

Un po’ come se ci fosse qualcosa nelle tua vita che “non vuoi mandare giù”, che “non riesci a digerire” ed ecco che la tua pancia risponde esprimendo in concreto la tua sensazione mentale.

In particolare, potresti leggerla in questo modo:

Sintomo fisico – Emozione interna

Bruciore – rabbia repressa per questioni irrisolte

Nausea – forte rifiuto, spesso sottovalutato per molto tempo

Lentezza digestiva – fatica nell’elaborare quanto accade durante il giorno

Pesantezza – eccessivo carico di responsabilità, emozioni trattenute

Crampi – tentativo di farsi piacere qualcosa per forza.

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Bene, ma qual è la soluzione?

Ovviamente non ti conosco e non conosco la tua situazione privata, né come reagisci agli eventi (elemento determinante in quest’ambito); quindi partiamo dal fatto che ognuno, a secondo delle proprie caratteristiche, del suo modo di ragionare e del suo vissuto, può trovare beneficio in una soluzione piuttosto che in un’altra. Esistono però delle regole più generali che aiutano l’organismo a non accumulare dentro di sé gli eventuali rancori o stress, che fanno parte della vita normale.

  1. Esprimi i tuoi rifiuti: è vero che esistono delle circostanze in cui è meglio tacere, o dove parlare nel modo sbagliato provoca più danni che benefici; ma tenerti tutte le emozioni negative dentro (delusione, rabbia, paura, ansia…) crea un mix esplosivo. Prova ad esprimere le tue contrarietà in modo tranquillo, ma deciso. Evita di diventare una pentola a pressione senza valvola di sfogo.
  2. Agisci appena puoi: evita di rimandare. Sapere che ci sono tantissime cose da fare e procrastinare sempre, comporta un naturale accumulo di attività che già ti danno fastidio una alla volta, figurati insieme. Detto in altri termini, crei irritazione e ansia dentro di te; quindi organizza un piano d’azione ben scadenzato, in modo tale che possa suddividere tutti i tuoi impegni e portarli a termine più serenamente. Se vogliamo trasportare questo discorso a livello di relazioni, vale la stessa regola: se rimugini per giorni e giorni su qualcosa che andrebbe chiarito e accumuli tensioni su tensioni, il risultato è sempre a sfavore tuo e della tua salute.
  3. Ricorda che sei libero di andartene: sono davvero poche le situazioni dalle quali non si possa uscire. Se ti trovi in un gruppo di persone che ti infastidisce, se la tua relazione privata non ti rende più felice, devi tenere a mente che non sei incatenato e che si può sempre trovare un modo per allontanarsi. In alcune circostanze forse è più complicato; ma devi valutare quanto la tua serenità possa risentire seriamente e nel tempo di un’insoddisfazione così radicata da provocarti disturbi fisici. Dopo di che, mettiti sempre nella condizione di trovare tutte le strade percorribili per liberarti da sopportazioni inutili.
  4. Dosati: le tue energie sono limitate e non puoi pretendere di fare di più di quanto sia in grado di sostenere (almeno nel medio/lungo periodo). Calcola il tempo per i “doveri”, per le attività urgenti e per quelle importanti e inserisci anche delle pause per ricaricarti. È un modo per rispettare te stesso e rendere anche di più sia sul lavoro che nei rapporti interpersonali. A volte costa dire un “no” a qualcuno che ti chiede una cosa; ma, per quanto ti suggerisca sempre di dare una mano alle persone a cui tieni, non strafare: sei un essere umano e anche tu hai diritto di pensare a te stesso dove la mente e il corpo lo richieda.
  5. Frequenta persone positive: non mi stancherò mai di ripetere che avere accanto qualcuno che riesce a donarti buonumore ed energia è impagabile. Circondati di chi sappia rilassarti, o qualcuno che sia per te un esempio da seguire in particolari ambiti; ma che in ogni caso ti doni sensazioni accrescitive e/o positive. Ti sentirai migliore e migliorato.

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Ricorda che focalizzarsi solo sul sintomo corporeo non significa curarsi: cogliere davvero il senso del mal di stomaco, del mal di testa ecc., significa rimettere a posto la qualità del proprio quotidiano e prevenire altre ondate future di malessere per la stessa questione irrisolta.

di Angela Pollastrini