Eccoci alla seconda parte di questo articolo che, per la prima volta rispetto ai precedenti di Life Coaching, assume connotati un po’ più tecnici e vuole farti scoprire un argomento molto importante della Programmazione Neuro Linguistica: quello sui “livelli di pensiero”, o “livelli logici”. Sappi però che, a fine articolo, ti darò delle indicazioni per mettere in pratica ciò che ti spiego.

Tutto era partito da una domanda: “È possibile cambiare e fino a che punto?

Avevo evidenziato quant’è facile, spesso, desiderare di modificare alcune caratteristiche di qualcun altro, per renderlo più simile alle nostre esigenze. A tal proposito, ti ho invitato a riflettere su un dato oggettivo: ciò su cui hai pieno controllo è esclusivamente quello che dipende al 100% da te.

Detto in altri termini: puoi determinare appieno solo ciò che riguarda te… sul resto, sugli altri, puoi avere la tua influenza, ma la tua azione rimane esterna e dipendente da comportamenti e scelte altrui. Se vuoi, puoi cambiare tu; ma non puoi prendere la stessa decisione per qualcun altro.

Avevo concluso che quindi si può cambiare; ma è corretto e doveroso considerare di che tipo di “trasformazione” stiamo parlando. Ecco che qui entrano in gioco i livelli logici.

Facciamo riferimento alla struttura mentale di ogni essere umano, indipendentemente da razza, sesso, cultura e simili. Robert Dilts, basandosi su alcune intuizioni dell’antropologo Gregory Bateson, considera la struttura della mente come una serie di livelli gerarchici naturali, partendo dall’ambiente, più esterno, fino all’identità e spiritualità, più profondi.
Ogni livello superiore include tutti gli altri collocati prima.

I livelli sono, dal più basso al più alto:

  1. Ambiente (risponde alle domande “dove agisco?”, “quando?”)
  2. Comportamento (risponde alla domanda “che cosa faccio?”)
  3. Capacità (risponde alla domanda “come lo faccio?”)
  4. Valori e Credenze (risponde alla domanda “perché lo faccio?”)
  5. Identità (risponde alla domanda “chi sono?” e rappresenta il senso di identità personale)
  6. Spiritualità o Missione (risponde alle domande “per chi? e/o per che cosa?”, quindi soddisfa la consapevolezza del senso della propria vita, del “per quale motivo sto al mondo?”)

“Cosa c’entra questo con il cambiamento?” Te lo spiego subito.

Questa suddivisione dei livelli logici, implica una considerazione importante: variare un aspetto del tuo “comportamento” è più facile rispetto al modificare un tuo “valore”; allo stesso modo, trasformare un tuo “valore” è comunque più semplice di mutare un elemento caratteristico della tua “identità”. Oltre a questo, tieni presente che ogni “modifica” apportata su un livello alto si ripercuote sui sottolivelli, provocando così un impatto maggiore su te stesso.

A questo punto, le domande sono queste:

  1. Vuoi cambiare qualcosa di te e cosa?
  2. Quale livello devi andare a toccare? 

Non mi voglio dilungare eccessivamente sui livelli logici – che sono comunque molto importanti da identificare quando si affronta un percorso di Coaching – ma è utile a questo punto sapere che, per capire se sia possibile, o più o meno semplice, cambiare un elemento di te, devi aver presente su quale “livello” occorrerà agire.

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Esistono, inoltre, due elementi fondamentali quando si parla di cambiamento:

  • la motivazione, che deve essere reale, forte e spontanea
  • la convinzione che ciò sia possibile, a qualunque età e nonostante qualsiasi esperienza precedentemente vissuta.

La mancanza di anche uno solo di questi elementi determina, già prima di iniziare, la previsione di un insuccesso.

“E per quanto riguarda il passato? Può condizionarci a tal punto da rendere impossibile il cambiamento?”

Senza dubbio la somma delle esperienze fatte e delle situazioni ed emozioni vissute, influenzano il nostro modo di pensare; ma il “passato” definisce chi siamo solo nella misura in cui noi lo permettiamo. Tu, io, ognuno di noi, cambia un pochino ogni giorno e in teoria ogni giorno potremmo essere del tutto differenti da come eravamo solo poche ore prima.

Per abitudine agiamo in modo meccanico, lasciando alla routine il compito di guidarci e scegliere. Ciò significa, quindi, che se decidessimo di smettere di agire in modo automatico e ripetitivo, potremmo scegliere praticamente ogni giorno e in ogni momento come comportarci, cosa pensare e come interagire con ciò che ci circonda.

“Alla nascita, il cervello umano è ben lontano dall’essere completamente formato. Sebbene lo sviluppo più intenso avvenga durante l’infanzia, il cervello continua comunque a forgiarsi per tutta la vita. I bambini vengono al mondo con molti più neuroni di quelli che resteranno poi nel loro cervello maturo; grazie a un processo noto come “pruning” (potatura) il cervello perde effettivamente le connessioni neuronali meno usate, formandone di molto forti in quei circuiti sinaptici rivelatisi i più usati. Questo processo, eliminando le sinapsi irrilevanti, migliora il rapporto segnale-rumore rimuovendo la causa del “rumore”; si tratta di un processo costante e veloce, in quanto le connessioni sinaptiche possono formarsi nel giro di ore o giorni.”

da “Intelligenza emotiva“, Daniel Goleman

 

Bene, dopo questa full immersion dentro uno degli argomenti più potenti e validi, se si sa come utilizzarli, della crescita personale, oggi ti voglio scrivere cosa fare, in estrema pratica, per cambiare il tuo modo di comportarti, laddove questo in determinate circostanze non ti piaccia più (notare il livello di pensiero su cui stiamo agendo, cioè il comportamento):

  1. Prima di tutto definisci bene il tuo obiettivo: cosa vuoi cambiare? Entro quando? Cosa hai a disposizione per agevolare questo processo? Cosa ti serve?
  2. Aumenta tutti i nuovi comportamenti coerenti con il tuo nuovo “modo di essere” (definito attraverso l’obiettivo).
  3. Ripeti i nuovi comportamenti finché non diventino “spontanei”.

Ragionando in questo modo, si può escludere l’ormai noto “Sono fatto così, non posso cambiare” e verificare i punti fondamentali di questa tipologia di cambiamento.

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Ricorda:

  • Non basta dirti “non voglio più…”, devi decidere “come vuoi essere” (obiettivo).
  • Definisci una strategia e mettila in pratica con costanza.
  • Senza continuità non si raggiunge alcun obiettivo.
  • La motivazione è fondamentale: tornerai inevitabilmente al “vecchio” modo di essere se le motivazioni alla base del cambiamento non sono sufficientemente forti.

Vogliamo semplificare la questione?

Se tu, o chiunque altro, non vuoi cambiare non cambierai, questo è certo; ma non c’entra con il “potere”, c’entra con “l’essere convinti di”.

Se credi di non riuscire in un cambiamento che sembra “più grande o troppo faticoso per te”, può essere utile rivolgersi ad un Coach, il cui scopo è quello di supportare il proprio assistito a raggiungere l’obiettivo che si prefigge.

L’importante è sapere cosa si vuole diventare, comprendere i propri limiti e le risorse per superarli, riflettere su una strategia efficace e metterla in pratica ancora e ancora.

Non potevo non concludere con una delle più note frasi attribuite a Darwin che recita: “Non è la specie più intelligente a sopravvivere e nemmeno quella più forte. É quella più predisposta ai cambiamenti”.

di Angela Pollastrini