Partiamo da una certezza: l’acqua ci è necessaria e nonostante noi femminucce, in particolare, siamo a volte un po’ pigre in tal senso, bere acqua è fondamentale sia per la salute che per la bellezza del nostro corpo.

Quindi la domanda è: l’acqua è tutta uguale?

No, affatto.

Ora non voglio, per oggi, entrare nell’annosa diatriba tra chi sceglie l’acqua di rubinetto, piuttosto che quella in bottiglia. Ritengo semplicemente che bere acqua di rubinetto, che sia però correttamente filtrata, sia meglio che spendere soldi in acque che comunque non sempre si dimostrano prive di sostanze dannose (anzi!); ma non bisogna neanche cadere preda dei commercianti che speculano su sistemi di filtraggio poco efficaci… Insomma, anche in questo caso occorre informarsi bene e scegliere la soluzione più comoda e più sana.

Quindi, lasciando tutto questo discorso da parte, mi voglio concentrare su ciò che si trova in commercio e darti qualche dritta per capire cosa acquisti e cosa invece potrebbe essere più vicino alle tue esigenze.

Sembra strano parlare di esigenze specifiche rispetto a un’acqua piuttosto che un’altra: “Vabbè, l’acqua è acqua”, mi potresti obiettare.

E invece no, perché le differenze ci sono e quando hai a disposizione circa 260 varietà di acqua in commercio solo in Italia (secondo i dati forniti da Mineracqua, l’organizzazione che riunisce le industrie italiane nel settore), bisogna capire se si tratta di trovate pubblicitarie e nulla più, o se effettivamente esiste una diversificazione oggettiva e utile alla nostra salute.

Adesso ti faccio capire a cosa mi riferisco.

Ciò che maggiormente distingue un’acqua da un’altra è il tipo e la quantità di sali e sostanze in essa disciolte.

Intanto parto subito con un consiglio: quando vai a fare la spesa, controlla l’etichetta della bottiglia che vuoi acquistare e verifica che ci sia indicato “acqua minerale naturale”, perché le etichette che invece riportano “acqua da bere” o “di sorgente” (sono poche, ma le potresti ancora incrociare), non contengono acqua che possa essere definita “minerale” secondo tutti i parametri e criteri salutistici riconosciuti dal Ministero della Salute.

Torniamo ai nostri sali minerali; quali sono quelli più comuni e più sponsorizzati delle bottiglie d’acqua? Quali quelli che ti servono e quali quelli che invece possono causare problemi nel lungo periodo?

SODIO

Parto da quello più sentito nelle pubblicità: “Acqua povera di sodio” sembra ormai uno slogan per dimostrare la bontà di un prodotto e questo non sempre è vero. Intanto c’è un piccolo stratagemma utilizzato negli spot: quello di indicare il sodio in percentuale e non in termini assoluti; quindi in etichetta, alla voce “sodio”, tu vedrai una bella sfilza di zeri dopo la virgola, che ti darà ancora di più l’impressione che quell’acqua sia effettivamente iposodica (es.: “0,0001% di sodio”).

In realtà le acque con questa caratteristica devono avere una quantità di sodio inferiore a 20 mg per litro; è questa l’indicazione a cui prestare attenzione.

Quando preferire questo tipo di acqua? Quando si hanno esigenze particolari come, per esempio, problemi di ipertensione. Non significa assolutamente che bere acqua iposodica possa risolvere alla radice questa disfunzione; ma senza dubbio aiuta a non aggravare la situazione. Va quindi bene in tutte le diete, prescritte da una persona competente e che conosca le tue caratteristiche specifiche, in cui l’apporto di questo minerale debba essere contenuto.

In generale però, il sodio ci serve e infatti espleta molteplici funzioni:

  • E’ responsabile della trasmissione dell’impulso nervoso, cioè della comunicazione tra le cellule del sistema nervoso e consente la contrazione del muscolo.
  • Insieme al potassio regola il bilancio idro-salino dell’organismo.
  • Possiede funzioni strutturali importanti perché prende parte alle strutture cellulari e proteiche di ossa, denti, cartilagine.

E’ chiaro che esistono circostanze in cui si debba prestare maggiore attenzione; per dirne una, per un bambino piccolo, un’acqua che contenga molto sodio non è consigliabile.

Casi eccezionali o specifici a parte, direi che il tanto demonizzato sodio, può esserci anche utile, purché certo non se ne ecceda… ma questo, a mio avviso, è un problema che andrebbe affrontato più con il cibo sulla tavola, che con l’acqua nel bicchiere.

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CALCIO

Un altro slogan molto diffuso è quello che riguarda le acque ricche di calcio.

Perché un apporto maggiore di calcio fa bene? Perché si tratta di un minerale indispensabile per l’organismo umano; pensa alla formazione del tessuto osseo, al mantenimento delle membrane e delle sostanze intracellulari.

Ti ho già scritto che mi piace trovare riscontri scientifici di quanto affermo e nell’analisi fatta su questo minerale e la sua associazione all’acqua, sono incappata in una ricerca condotta da Anne Kousa, a capo dei ricercatori del Geographical Survey of Finland e poi pubblicata sul Journal of Epidemiology and Community Health su 19.000 finlandesi che avevano subito un infarto. Secondo tale studio, la composizione in minerali dell’acqua bevuta potrebbe influenzare in positivo la salute del cuore; infatti i ricercatori hanno scoperto che per ogni unità in più di durezza dell’acqua (per durezza s’intende la misura della quantità di minerali come calcio e magnesio disciolti) la probabilità di un infarto diminuirebbe dell’1%.

Andiamoci piano: si tratta senza dubbio di uno studio interessante; ma gli stessi autori della ricerca hanno affermato che servirebbe un campionamento, cioè un numero di soggetti esaminati, più vasto per generare un dato che possa essere significativo a livello statistico.

Lasciando quindi per un momento questa nuova informazione da parte, potremmo comunque sostenere che il maggiore apporto di calcio nell’acqua non sia sbagliato e anzi potrebbe essere da prendere in buona considerazione, anche con il proprio medico curante, in casi come osteoporosi o menopausa.

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POTASSIO

Minerale che si trova in misura piuttosto abbondante anche nell’alimentazione, importante per le reazioni cellulari e per la conducibilità dello stimolo del sistema nervoso. Quando l’organismo ne è carente – difficile ma succede – possono riscontrarsi problemi nella funzionalità muscolare e cardiaca.

Le quantità che normalmente puoi trovare nelle acque minerali è piuttosto bassa, spesso intorno a 1 mg/l e sia per le sue proprietà comunque benefiche per il corpo, sia per la minima quantità nelle acque minerali e potabili, non è stato definito un limite per l’assunzione di questo elemento dalle acque.

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MAGNESIO

Minerale indispensabile per il corpo umano per la sua interazione positiva con il sistema metabolico, con molti ormoni e fattori di crescita. La sua carenza provoca una riduzione del tono muscolare e la presenza di crampi.

Anche in questo caso non ci sono controindicazioni per la presenza di questo minerale nell’acqua; l’unica accortezza è che un’acqua “magnesiaca” (quindi con un valore di Mg che superi i 50 mg al litro), se consumata eccessivamente, può avere effetti lassativi.

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BICARBONATO

L’acqua è definita “bicarbonata” quando la presenza di questo elemento è superiore a 600 mg per litro e sull’etichetta potresti trovare scritto “contenente bicarbonato”.

Questo tipo di acqua è più indicata durante i pasti, perché favorisce la digestione; ma personalmente non la berrei anche durante il resto della giornata se le quantità di bicarbonato sono elevate.

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PH

Il pH indica l’acidità e la basicità dell’acqua: è acidula se il pH è inferiore a 7, alcalina se superiore. Considera che le acque addizionate con anidride carbonica sono solitamente acidule perché il gas si dissolve in acqua come acido carbonico; invece il pH delle acque minerali naturali varia generalmente tra il 6,5 e l’ 8,0.

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NITRATI

Sono sostanze inquinanti presenti nelle acque a causa o di fenomeni naturali, anche se in minima parte, o dell’uomo, attraverso per esempio la fertilizzazione del terreno o l’infiltrazione di acque di scolo. Neanche a dirlo, sono elementi che non fanno bene al nostro organismo e il limite di concentrazione è stato imposto a 45 mg per litro; tuttavia per i neonati è consigliato l’uso di acqua con valori inferiori, non maggiori di 10 mg/l.

La scritta “Microbiologicamente Pura” o “Microbiologicamente Filtrata” sull’etichetta, garantisce che l’acqua non contenga alcun microrganismo pericoloso.

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Infine un ultimo pezzo del puzzle, uno dei più importanti se vuoi capire cosa ti stai bevendo: il RESIDUO FISSO.

Questo dato indica la parte “solida” dell’acqua, cioè la totalità di sali minerali presenti, dopo la sua completa evaporazione, dopo essere stata portata a ebollizione ad una temperatura di 180°C.

Cosa significa?

Che più questo valore (espresso, anche in questo caso, in mg/l) è elevato, più sali minerali sono disciolti in un litro.

“Ma i sali minerali di cui abbiamo parlato sono buoni… quindi qual è il problema?”

Anche in questo caso, la risposta corretta dipende dalle esigenze di ciascuno e ovviamente dalle quantità di sali minerali che ognuno assume anche attraverso l’alimentazione (ricorda comunque che il “troppo” fa sempre male): in estrema sintesi potremmo sostenere che un’acqua che ha un residuo fisso minore a 50 mg per litro è più leggera e contiene meno minerali; per questo motivo può essere assolutamente consigliabile per chi voglia moderare l’introito di determinati elementi, o semplicemente favorire la diuresi e il drenaggio di sostanze di scarto dal proprio organismo.

Chi invece avesse altre necessità, potrebbe scegliere acque dove la presenza di certi sali minerali sia maggiore a vantaggio di altre funzioni del corpo.

In base al residuo fisso, le acque si distinguono in:

Normalmente si sostiene che:

  • le acque ipominerali e oligominerali siano quelle migliori se destinate al consumo di tutti i giorni;
  • quelle minerali possono invece essere utili in alcuni casi, per reintegrare sali in caso di necessità, ad esempio;
  • quelle invece iperminerali, sono anche definite acque terapeutiche, perché devono essere bevute solo in caso di disturbi specifici e diagnosticati dal proprio medico.

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Come avrai capito, non esiste un’acqua migliore delle altre: tutto dipende dalle tue esigenze specifiche sulla base degli elementi in essa maggiormente contenuti.

Dopo tutte queste spiegazioni, torniamo alla praticità della spesa di tutti i giorni e per questo ti riporto, in conclusione, i consigli che i nutrizionisti forniscono quando si parla di scelta dell’acqua minerale da bere:

  • Per la persona sportiva: durante l’allenamento va bene un’acqua medio-minerale con un buon patrimonio di sali, nel caso in cui ci fosse necessità di restituire al corpo gli elementi persi attraverso la sudorazione e garantire una performance migliore.
  • Per chi ha difficoltà digestive: può essere consigliata l’acqua oligominerale (naturale o frizzante) e l’acqua medio-minerale. Più nello specifico, si potrebbe preferire, durante o dopo i pasti e senza eccedere, un’acqua minerale di tipo bicarbonato-solfato. Questi due elementi, il bicarbonato e il solfato, aiutano la digestione poiché stimolano fegato e pancreas e favoriscono l’azione degli enzimi digestivi, abbassando l’acidità dell’intestino.
  • Per le persone più anziane: bere è importantissimo, anche più di quanto si avverta lo stimolo della sete, che si riduce con l’età. Può andar bene anche un’acqua medio-minerale calcica per contrastare l’osteoporosi. A tal proposito, è importante ricordare che chi soffra di osteoporosi, potrà valutare insieme al proprio dottore, se integrare il calcio anche attraverso un’acqua specifica. Trattando di un bisogno effettivo, sarà importante verificare che sull’etichetta ci sia la scritta “Calcio biodisponibile”; significa che il calcio contenuto nell’acqua in questione è tale da non essere eliminato, piuttosto sarà assorbito dall’organismo senza problemi.
  • Per chi è a dieta: bisogna intanto valutare il programma alimentare consigliato da uno specialista e verificare se siano stati riscontrati bisogni di minerali o necessità invece di eliminare, con i liquidi in eccesso, le scorie accumulate nel corpo.
  • Per chi aspetta un bambino: c’è necessità di calcio in più e quindi un’acqua medio-minerale calcica può essere indicata anche in questo caso.
  • Per chi soffre di pressione alta: qui il bisogno non si soddisfa solo con l’acqua, ma anche con l’alimentazione e cure – naturali oppure allopatiche – specifiche. È più che probabile che anche il medico consigli una dieta iposodica e quindi seguire quest’impostazione anche nella scelta dell’acqua è una decisione sana; parliamo quindi di acque che favoriscano la diuresi e siano senza dubbio con bassissimo contenuto di sodio.
  • Per i bambini: si tratta di un’età più delicata e spesso serve qualche accortezza in più sui prodotti che devono consumare. Vanno bene quindi le acque con calcio e magnesio in buone quantità; ma attenzione al fluoro perché non vanno superate determinate dosi. Secondo infatti una Direttiva CE del 2003, quando il contenuto di questo minerale supera l’1,5 mg per litro, è obbligatorio che l’etichetta del prodotto riporti la frase: “Non è opportuno il consumo regolare da parte dei lattanti e dei bambini di età inferiore a 7 anni”.

Insomma, come vedi ce n’è per tutti i gusti ed esigenze.

Casi particolari a parte, io consumo regolarmente acque con residuo fisso tra i 20 e i 40 mg/l. Sono più leggere, mi stimolano maggiormente a bere, specie al mattino, e vanno bene praticamente in qualsiasi circostanza. Per quanto riguarda invece i sali minerali, preferisco integrarli consapevolmente con il cibo: non è difficile, perché basta variare spesso e preferire alimenti sani (come frutta e verdura) da inserire nei pasti durante la giornata.

Cin cin!

di Angela Pollastrini