Spesso si dice che le donne abbiano, più degli uomini, la capacità di fare più cose assieme… per usare un modo più comune di dire, che siano maggiormente “multitasking”.
Non penso che ci sia una disparità così tanto elevata tra i sessi in tal senso e ritengo anzi che, ai giorni nostri, dove le attività quotidiane sono sempre di più e più difficilmente gestibili, sia diventata un’abilità che molti – uomini e donne – hanno imparato ad usare per fare in modo di arrivare a fine giornata con un: “Ohhh, tutto fatto, ora posso andarmene a dormire in pace”.
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Ma è sempre così produttivo fare più cose insieme?
La risposta dipende da due fattori:
  1. la tua capacità di seguire e seguire bene, anche più di un’attività in contemporanea,
  2. l’importanza di ciò che stai facendo.
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Intanto la prima: per quanto si possa apprendere e abituarsi a essere multitasking, bisogna tener conto che esiste una naturale propensione all’attenzione, secondo – anche – l’ambiente che ti circonda.
Ti faccio un esempio semplice: quando studiavo all’università e dovevo prepararmi per un esame, mi imponevo di studiare solo ed esclusivamente in un luogo dove riuscissi anche ripetere ad alta voce e dove non ci fossero rumori o distrazioni particolari; altri miei amici invece studiavano tranquillamente insieme in biblioteca, fino ad arrivare a chi riusciva a estraniarsi da tutto e tutti e alla fine preparare un esame perfettamente esposto, anche sulla metro, nei viaggi che faceva da casa all’università a Roma e viceversa.
Che significa?
Che se, all’epoca, avessi avuto solo il tempo “in metro” (o sul treno) per prepararmi, probabilmente avrei anche superato l’esame, ma certamente avrei fatto più fatica e presumibilmente avrei ottenuto anche un voto più basso.
Oggi ho imparato a concentrarmi quasi ovunque, ma è un’abilità appresa, non naturale che mi fa comunque prediligere la soluzione più solitaria.
Allo stesso modo, ci sono persone che effettivamente sono in grado di focalizzare la loro attenzione su più cose; mentre altre, che comunque potrebbero farlo, ottengono risultati migliori nel seguire una sola cosa, bene, per volta.
Bene, questo è il mio modo di considerare l’argomento, ma ci sono stati studi in cui si evidenziava che il multitasking efficace non è semplicemente raro negli esseri umani, ma proprio non esiste!
Ciò dipenderebbe – e mi riferisco, ad esempio, alla ricerca condotta da Edward Cheng, presso la California University di San Francisco – dalla cosiddetta “attenzione selettiva”, cioè a quella capacità di selezionare solo alcune delle innumerevoli informazioni che arrivano al nostro cervello in ogni momento. In pratica, è come se il cervello scegliesse sempre una sola cosa da fare alla volta, rimuovendo tutto il resto e quindi, sforzarsi di concentrarsi su più di un elemento insieme, provocherebbe un naturalissimo rallentamento della nostra funzionalità e risultati senza dubbio meno brillanti.
Detto in altri termini: si lavora di più e si produce di meno.
Questo vale ovviamente per ogni cosa: dalla concentrazione su un progetto professionale che stai portando avanti e che devi concludere, al giocare con tuo figlio mentre ricevi messaggini sul telefono, al fare il tuo lavoro di tutti i giorni mentre sul pc hai aperto facebook, o la mail e magari hai il tablet acceso accanto.
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Quindi si passa al secondo punto: l’importanza di ciò che stai facendo.
Indipendentemente dal fatto che tu possa pensare, o meno, che sia comunque possibile “agire in multitasking”, se devi occuparti di un’attività “essenziale”, importante per quel momento e che sai che possa produrre i risultati – in famiglia, con gli amici, o sul lavoro – che vuoi ottenere, è necessario pensare a quella e solo a quella.
Se stai concludendo un lavoro, se vuoi dedicare tempo di qualità alla tua famiglia o al/la tuo/a partner, liberati del resto.
Riserva un periodo temporale, che siano 60 minuti, due ore, mezza giornata (magari con qualche pausa intermedia) SOLO a quell’attività e otterrai senza alcun dubbio, migliori risultati con meno sforzo.
È chiaro che, se ti vuoi prendere un intervallo in cui decidi di “riconnetterti” con tutto e tutti, potrai dare libero sfogo alla tua abilità di multitasker; ma se ciò che devi fare è veramente importante, liberati da questa dipendenza, anche fino al punto di dire a quelli che ti circondano che “per un’ora non esisti per nessuno”.
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Quindi, ricapitoliamo: perché fare più cose insieme non è affatto produttivo?
  • Efficacia. Il nostro cervello lavora perfettamente se concentrato su un singolo elemento; quindi interruzioni – anche solo per rispondere al telefono – generano una perdita di efficienza. Questo vale sia nel lavoro, ma anche nelle relazioni umane: se stai con qualcuno e per te quel momento è importante, stacca e metti da parte tutto il resto.
  • Tempo. Per riconcentrarti su ciò che stavi facendo prima, hai bisogno di tempo. Se la tua mente stava lavorando al 100% su una cosa e poi passi a un’altra, anche solo per poco, perderai più di qualche minuto per ritornare a quel livello di focalizzazione. Avrai quindi fatto due cose, ma ci avrai messo di più.
  • Ansia e stanchezza. Non è sempre percepibile ma, a lungo andare, l’abitudine di portare avanti più attività insieme, genera l’apprensione di dover fare un sacco di cose mentre “non riesci” a dedicarti come vorresti, a quelle più importanti e come se non bastasse, arrivi a fine giornata con una buona dose in più di spossatezza. Questo è quello che viene spiegato bene anche in un altro studio, del 2013 e coordinato dalla Michigan State University, relativo al multitasking, che – si dimostrò – comporta un più rapido esaurimento della sostanza (per i curiosi mi riferisco al glucosio ossigenato) che ci consente, a livello chimico, di rimanere concentrati. Ecco perché lavorare in questa modalità ci fa sentire spossati e stanchi anche dopo poche ore.
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In conclusione, ritengo che non si possa escludere il multitasking nella società odierna, con i ritmi a cui decidiamo di sottoporci; ma questo non può diventare la modalità abituale di approcciarsi a tutto ciò che si fa durante il giorno.
Sono una fervida sostenitrice dell’ottimizzazione del tempo e pianificare la settimana mentre si ascolta musica, o leggere mentre si viaggia in treno, o controllare le mail con i social aperti su un’altra finestra, non è dannoso.
Quello che bisogna evitare però, è dedicarsi alle attività veramente importanti mentre c’è il rischio di essere interrotti, perfino da se stessi, con altre piccole cose da fare.
Ti invito quindi a dividere le attività essenziali da quelle meno rilevanti e a ritagliarti del tempo esclusivo in favore delle prime; tutto questo ovviamente se vuoi ottenere risultati migliori, con meno sforzo, preservando la tua lucidità mentale su ciò che conta davvero.